Bio Sketch

Il cantautore e compositore Giovanni Battaglino, classe 1967 e residente a Pinerolo [TO], è un cantautore attivo in molti ambiti musicali. Fondatore del gruppo Malecorde, ha pubblicato dischi, curato progetti editoriali (come “Scarpe rotte, eppur bisogna agir”, piccolo canzoniere della Resistenza, della guerra e della pace) e allestito spettacoli teatrali tra canzone d’autore, canti popolari e collaborazioni con scrittori come Laura Pariani (“Büs d’l’Orchera Tour” al Ravenna Festival). Con il progetto “Vietraverse” ha vinto il Premio della Giuria al Tremplin Brassens di Parigi nel 2012 e nel 2019 esce il suo primo disco da solista intitolato “Alla porta dei sogni”, su etichetta Alfamusic-Egea, con dodici brani originali. Parallelamente a questa attività è cantante in ambito lirico-sinfonico (tra le sue esibizioni da ricordare quella al Pechino Auditorium della Città Proibita, il Ten Tour con Ennio Morricone e il CD e tour “Hope” con Giovanni Allevi).

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Le mie motivazioni

«Civitates mi piace. Mi piace l’idea di interagire e collaborare attraverso la musica con altre persone. Mi piace che queste siano potenzialmente bambini, ragazzi e adulti, con cui difficilmente verrei a contatto senza questo progetto. A volte ripenso a quanto la musica sia un linguaggio universale e individuale al contempo. Se scrivo uno spartito con precise indicazioni dinamiche, agogiche e metronomiche posso dialogare con un musicista di lingua ed etnia diversa dalla mia, che canterà quelle note quasi come le ho pensate. Allo stesso tempo saranno note diversissime da quelle che canterei io. Dentro le sue ci saranno la sua timbrica, la sua intonazione, la sua anima e la sua storia. Sembrano ovvietà ma sono in realtà la base di ogni convivenza civile e culturale. Cultura come condivisione, arricchimento reciproco e comunità. Noi esistiamo perché ci sono gli altri. Da soli saremmo morti, semplicemente. Fare comunità, condividere e donare del tempo agli altri è essenziale per la nostra esistenza, perché non siamo “nostri”, ma di tutti quelli con cui viviamo. Pitagora, che ha gettato le basi di tutto il mondo “numerico” che ora abitiamo, obbligava i suoi studenti a imparare a suonare uno strumento musicale, perché questo aumentava la capacità di concentrazione e di astrazione. L’astrazione non serve per allontanarsi dal mondo, ma per elaborare pensieri e idee da condividere con gli altri. Civiltà, da cui il termine Civitates, è una comunità di individui che collabora e mette in comune le proprie capacità per il bene di tutti».

Residenza Artistica di Comunità > 2021 - data da definirsi

«Quello che mi piacerebbe fare durante la ‘Residenza Artistica’ nei territori dove operano i Comitati Civici di Civitates, è lavorare sul canto popolare. Vengo da una famiglia i cui membri si sono dedicati alla ricerca e riproposta dei canti da essi raccolti e registrati alla fine degli anni Sessanta dalla viva voce dei montanari del Piemonte occidentale, la cosiddetta ‘area occitana’. Si tratta di un corpus di circa quattrocento canti per lo più inediti, e di molti di essi ne ho fatto arrangiamenti per voce e chitarra, rispettando rigorosamente le melodie, che sono davvero belle e ricche di soluzioni armoniche per nulla scontate. Ne risultato brani molto attuali, quasi fuori dal tempo, per quanto siano invece di antica origine.

Porto avanti da tre anni un lavoro di docenza e approfondimento dei canti popolari con allievi di una scuola elementare della Val Chisone, finanziato dalla legge che tutela le lingue minoritarie, e con il lavoro dal titolo “Un tempo, una storia”, cantato e illustrato dai bambini del territorio, abbiamo ricevuto un importante premio. Mi piacerebbe quindi condividere le storie, le tematiche e le melodie contenute in questi canti popolari con ragazzi, adulti e/o musicisti di altre regioni. Insegnare i canti, spiegarne i contenuti, i fatti storici eventualmente correlati in un’ottica di confronto, analisi e arricchimento reciproco. Concludere poi la residenza artistica con un piccolo concerto di canti scelti e imparati tra quelli proposti».