Utopia è l’isola che non c’è: un luogo di fantasia dove il letterato rinascimentale Thomas More collocò idealmente la società migliore e perfetta, modello di convivenza, cooperazione, coesione, solidarietà, pace e bellezza. L’Utopia di Civitates è anch’essa un luogo immaginario, in quanto esistente esclusivamente in una rete digitale, ma si distingue in quanto costituita da esperienze e persone realmente vissute: storie che abbiamo selezionato in virtù della loro capacità di generare un impatto positivo a favore delle persone, delle comunità locali, del paesaggio e del patrimonio storico artistico.
L’Utopia di Civitates aggrega buone pratiche promosse su scala nazionale con l’unico desiderio di mettere in circolazione idee, competenze e soluzioni capaci di costruire nuove prospettive di futuro e nuove esperienze di sviluppo sostenibile: una rete di innovatori sociali e d’impresa che intende rappresentare l’Italia che opera con impegno, in modo innovativo e responsabile, sui temi dell’economia, dell’ambiente, della salute, dell’educazione, dell’accoglienza, della legalità, della tutela del patrimonio storico-artistico, dell’inclusione sociale, della cooperazione e della rigenerazione urbana.
Ogni buona pratica è stata indicizzata e catalogata dal nostro comitato scientifico [board], al fine di evidenziarne le caratteristiche identificative, comprenderne l’impatto sociale generato e analizzare la sua capacità di essere efficace, partecipata, innovativa, replicabile e sostenibile.
Le buone pratiche promosse su ‘Utopia’ sono state protagoniste o invitate all’evento annuale, promosso a fine novembre nel borgo medievale umbro di Collescipoli, dal titolo ‘A-Change: il festival delle buone pratiche’ (www.a-change.it).